Editoriale
Bubble’s Italia è al secondo anno di vita. Siamo contenti dei risultati ottenuti i quali testimoniano non solo che un libro di pregio e una rivista cartacea patinata elegante hanno un loro fascino, ma che la gente vuole sentirsi parte del bello, vuole entrare nella memoria del tessuto sociale che la circonda, toccando con mano quanto sia grande il piacere di sfogliare e risfogliare qualche cosa di importante e che non resti nella mente solo una frazione di secondo. Quando parlo di qualcosa che resti, il primo pensiero corre all’amico Gualtiero Marchesi, a quella nostra amicizia lunga e frastagliata da tanti periodi in cui siamo stati distanti e da nuovi e felici incontri.
Era il 1979 quando lo conobbi; eravamo a Milano. Lui aveva già avuto le due stelle Michelin.
Passammo 5 anni gomito a gomito a Erbusco, ai quali seguirono tantissimi altri incontri al Marchesino, il suo illustre locale milanese. Ogni volta che mi sedevo a quella sua tavola era una scoperta, un piacere sublime.
Non era uno scalco, ma un cuoco vero che stava in cucina e non amava la mondanità e i palcoscenici di qualsiasi natura; non amava gli eccessi, ma le scelte chiare. Mi piaceva. Era chiara la sua idea di cucina, diceva sempre che assaggiare un piatto e gustare una ricetta era diverso che mangiare. Gualtiero era di poche parole. «Se vai in un grande ristorante per scoprire il cibo, non devi avere distrazione, neanche per il vino, altri profumi possono alterare giudizio e piacere». Quanto è giusto questo pensiero, quindi una bollicina prima e dopo tavola ce la gustavamo spesso insieme. Amava tutti i vini, ma il profumo della sua Croatina, vinificata secondo i canoni dei ricordi della sua infanzia, leggermente vivace, per lui non aveva uguali. Mi dispiace molto che Bubble’s non abbia fatto in tempo a immortalare le sue idee nelle pagine di questo magazine che cresce e cresce bene diventando un punto di riferimento importante per il mondo degli spumanti italiani. Nel 2017 abbiamo organizzato tanti incontri non solo finalizzati alla presentazione della rivista, ma anche di quel network di aziende spumantistiche che sta crescendo insieme alla testata giornalistica dando voce insieme a noi a un sistema.
Abbiamo avuto degli ottimi riscontri anche dalla selezioni degli Spumanti Metodo Italiano e metodo tradizionale del 2017. Ben 132 etichette sono state premiate in base a un insieme di parametri fra i quali le loro qualità organolettiche, l’alto profilo aziendale e il valore che le stesse hanno per il Made in Italy. Questo è stato possibile grazie al lavoro degli amici “saggiamentali”, i degustatori latini. Così con eroico entusiasmo siamo nuovamente al Vinitaly 2018 per confermare che ci siamo e ci sentiamo vivi più che mai sapendo fin da oggi che ci attende un 2018 spumeggiante con l’innalzamento della tiratura, del numero delle copie distribuite anche grazie a degli accordi importanti stipulati con gruppi di grande spessore imprenditoriali, con l’ampliamento delle collaborazioni giornalistiche e una sempre maggiore attività di eventi. Bubble’s n°4 ci dà la conferma che la bellezza ripaga così come la cultura e lo stile italiano che piace al mondo. In questo numero abbiamo voluto esaltare Palermo quale capitale annuale della cultura italiana facendoci, così come le nobili osterie d’Italia che rappresentano il buon vivere italiano riconosciuto dal Times e dall’Economist come primo al mondo. Bubble’s c’è, e questo cari lettori è una certezza.
Giampietro Comolli
direttore Bubble’s Italia