Nel paesaggio ricamato da colline, a Montefalco, la vite è protagonista. Quest’incantevole borgo in Umbria custodisce le preziose radici del Sagrantino. Dal latino sacer/sacro, sarebbe riconducibile ai Sacramenti: l’uva era coltivata dai frati che ne ricavavano un passito per i riti religiosi. Teoria avvallata dalle antiche cantine ritrovate nel Complesso Museale di San Francesco, dove sono conservate le vasche per la raccolta e la pigiatura delle uve e per contenere il vino. È tuttavia la versione “secca”, più recente, ad aver consacrato questo vino sulla scena dei grandi rossi. 

«Quest’anno celebriamo i 40 anni dal riconoscimento delle denominazioni Montefalco DOC e Montefalco Sagrantino DOCG – spiega Filippo Antonelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – testimonianza di un lungo e importante processo di osmosi tra vitivinicoltura e territorio da valorizzare e tutelare sempre di più». Lo scorso 18-20 febbraio si è tenuto Anteprima Sagrantino. Tre giorni promossi dal Consorzio e riservati alla stampa specializzata e agli operatori di settore per assaggiare l’annata 2015. Ne vanno fieri a Montefalco, a buon diritto: un’annata eccezionale premiata da cinque stelle, che ha prodotto un vino elegante e di grande equilibrio, con un tannino maturo e dolce.

I Vini di Montefalco rappresentano il 16,7% della produzione di vino in Umbria: il Montefalco Sagrantino DOCG il 6,3% e il Montefalco DOC il 10,4%. L’elemento identitario di cui vanno fieri i produttori è illegame tra arte e Sagrantino, rafforzato negli ultimi anni con progetti d’eccellenza. Il modello Sagrantino concepisce la cultura come elemento inscindibile dal territorio. Gli stessi produttori diventano protagonisti con un impegno partecipativo e costante nella valorizzazione. Nel 2019 realizzeranno l’allestimento delle nuove cantine francescane del Complesso Museale.

I capolavori sono fatti per sbalordire, per persuadere, per entrare in noi. Succede veramente di fronte allo straordinario ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli. NelleStorie della Vita di San Francesco due episodi raccontavano già il connubio tra Arte e Sagrantino. Il pittore fiorentino ritrae San Francesco che benedice la città di Montefalco: lo sfondo rurale ricalca la coltivazione della vite. E alludeva forse al Sagrantino dipingendo la tavola imbandita con la bottiglia di vino rosso sulla mensa del cavaliere da Celano. E piano piano ti senti arricchire da quell’esperienza speciale che è la culturadel vino e del suo territorio.

Testo di Sara Stangoni

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