Appius, la cuvée da sogno di Hans Terzer, compie 10 anni
di Giovanna Moldenhauer
Appius, il cui nome è la radice storica e romana del nome Appiano, è nato dieci anni fa con l’annata 2010, a cui sono seguiti tutti i millesimi sino alla recente 2019. Il progetto di Terzer ha, anno dopo anno, editato un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la creatività enologica oltre alla sensibilità del suo autore. La forma della bottiglia, scelta per questo progetto, è stata vestita, anno dopo anno, da etichette sempre ideate da Life Circus, con decorazioni color oro, sempre diverse, avendo per questa nuova edizione un’alternanza d’oro e platino.
Appius 2019 è il frutto di un meticoloso lavoro di selezione in vigna, della lavorazione individuale di ogni varietà in cantina, di un accurato assemblaggio finale. In questa cuvée predomina la varietà dello Chardonnay al 60%, a cui si aggiungono il Pinot Grigio 15%, il Pinot Bianco 13% e il Sauvignon Blanc 12%. Riteniamo importante precisare che tutte le uve raccolte in vendemmia avevamo un grado di maturazione ideale. In cantina la vinificazione inizia con la fermentazione alcolica e la malolattica, non per il Sauvignon, per poi proseguire con l’affinamento tra barrique e tonneaux. L’assemblaggio avviene dopo un anno, per poi proseguire con un ulteriore affinamento sui lieviti per altri tre, in tini di acciaio inox sulle fecce fini. Nel calice esordisce con un giallo dorato, dai profondi riflessi verdi. Il naso dopo i sentori di frutta tropicale matura tra cui ananas, mango e papaya dati dallo Chardonnay, sono seguiti da frutta a polpa bianca, tra cui mela cotogna e pera Williams qui invece ottenuti dai due Pinot Bianco e Grigio. Seguono i sentori agrumati tipici del Sauvignon, poi note floreali di zagara, narciso, poi da sfumature vegetali, mediterranee e balsamiche. Infine a chiudere si trovano note di vaniglia, orzo tostato e tabacco. Al palato è fresco, già glicerico, ampio, elegante, intenso, con nel retrogusto sensazioni balsamiche e di spezie dolci.
La grande competenza enologica di Hans, le sue scelte durante le diverse fasi della vinificazione, compreso il delicato passaggio dell’affinamento tra barrique e tonneaux, unito alla sua sapienza e alla sua arte nell’assemblaggio della cuvée, hanno permesso di ottenere un vino che pone senza ombra di dubbio lui e Cantina Produttori San Michele Appiano ai vertici internazionali della vinificazione in bianco.