Cortese e Santa Tresa, cantine siciliane a Vittoria, presentano Vanedda e O
Di Giovanna Moldenhauer
Dopo una presentazione delle due cantine, situate a 8 chilometri una dall’altra ed entrambe di proprietà di Stefano e Marina Girelli, fratelli trentini da tre generazioni nel mondo del vino, segue un breve resoconto di una verticale di sei annate di Vanedda, bianco di punta di Cortese, e la presentazione della prima annata di “O” dal vitigno quasi scomparso Orisi di Santa Tresa. A chiudere una sintesi delle note degustative sia di Vanedda e di “O” degustato a Vinitaly 2024
Cortese è una tenuta di 14 ettari a Vittoria, nell’entroterra ragusano, a circa 20 km dal mare, godendo per questo di un microclima unico. Rappresenta quindi una realtà di dimensioni contenute, da sempre votata alla viticoltura biologica e alla biodiversità. Stefano spiega «Il pomeriggio spira sempre una brezza molto importante per i nostri vigneti, che asciuga ogni traccia di umidità. Questa è una grande fortuna perché le estati a Vittoria sono torride, con temperature che raggiungono picchi di 43-45°C. Essendoci però un clima secco e ventilato, l’acclimatamento delle viti e dell’ecosistema è molto buono, grazie anche ad una discreta escursione termica tra giorno e notte».
Vanedda, proposto in una verticale dal 2021 al 2016, da Ba Restaurant a Milano, con un menu in abbinamento, è il loro bianco di punta. Un vino che racchiude il suo terroir, dalla corposità del Grillo alla mineralità del Catarratto, all’ampiezza del Fiano. Dopo la raccolta manuale, le uve fanno un passaggio in ambiente refrigerato per abbassare la temperatura, a cui segue una delicata diraspatura, la fermentazione sulle bucce in botti da 30 ettolitri di rovere, quindi sosta sui lieviti fini per almeno 7 mesi, poi 6 mesi di riposo in bottiglia.
Stefano e Marina Girelli hanno trovato, all’acquisto di Santa Tresa, cloni autoctoni di Frappato e Nero d’Avola nei 50 ettari, di cui 39 coltivati a vigneto. Tra i vitigni coltivati ora vi è anche il Grillo, seguito da varietà alloctone come il Viognier. A questo si è aggiunto il progetto arrivato a essere etichetta con l’annata 2020 di “O”.
“O” è ottenuto da Orisi, la cui origine è stata accertata come frutto della libera impollinazione tra Sangiovese e Montonico Bianco, riportato alla luce grazie all’ambizioso progetto sperimentale della Regione Sicilia, gestito dal vivaio regionale a Marsala, avviato in partnership con l’azienda di Stefano e Marina Girelli. La vendemmia di “O” avviene con selezione delle uve in campo, stoccaggio in cella frigorifera per una notte, a cui segue una pigia-diraspatura con selezione degli acini. La fermentazione avviene in botti di rovere di Slavonia di medie dimensioni, con l’impiego di lieviti selezionati e numerosi rimontaggi. Ultimato il processo fermentativo il vino svolge spontaneamente la malolattica, quindi affina fino alla vendemmia successiva, per poi passare in acciaio per 4-5 mesi.
La degustazione di Vanedda Bianco Terre Siciliane IGP / “O”
Vanedda 2021: Al naso prevalgono le note di frutta tropicale, è ancora poco espressivo. In bocca ha una bella freschezza, è molto lungo.
Voto: 87/100
Vanedda 2020: Erbe officinali, macchia mediterranea, agrumi, cristallino, al sorso è sapido, fresco glicerico.
Voto: 88/100
Vanedda 2019: Note di erbe officinali, agrumi verdi, cedro, limoni, rosmarino. Molto fresco in bocca è succoso, con una bella sapidità e mineralità.
Voto: 89/100
Vanedda 2018: Note di agrumi, fiori bianco, albicocca, mandorla, nocciola. Ingresso importante, sapido, fresco, glicerico, con una bella tensione, molto lungo, con note di pietra focaia a chiudere.
Voto: 92/100
Vanedda 2017: Molta concentrazione e grande complessità, note di arancia candita, frutta disidratata, spezie, burro di nocciola. In bocca è fresco, glicerico, emozionale, molto persistente con note di pietra focaia.
Voto: 93/100
Vanedda 2016: molto fresco note di frutta disidratata, albicocca, candito, fiore d’arancio, sottofondo di spezie mediterranee e pasticceria. Buona tensione acida, sapido, suadente.
Voto: 90/100
“O” Terre Siciliane IGT 2020 – Alle spezie tra cui chiodo di garofano in evidenza, segue la liquirizia, frutta rossa matura in secondo piano. Al palato ha tannini setosi, freschezza a equilibrare, eleganza e una decisa persistenza.
Voto: 89/100
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Photo @ Cortese / Santa Tresa