Il vino merita di maturare dentro l’arte
ALBRIGI: la tecnologia che sposa la bellezza
di Andrea Zanfi
L’arte è l’attività che ci distingue dagli altri esseri viventi perché è il più sublime mezzo di comunicazione simbolica che l’essere umano si è inventato per esprimere e dar valore al proprio sistema culturale e sociale. Spesso relegata in musei pubblici e gallerie private, l’arte da qualche tempo accompagna anche il vino, ma più per avvalorare uno stato sociale, un senso di benessere economico che si sposa bene con il benessere spirituale e con il soddisfacimento dell’ego. Qualcosa però è cambiato e ce ne siamo accorti incontrando Stefano Albrigi, scoprendo la sua idea di bellezza e come ha saputo unire, in modo metonimico, vino e arte. È la prima volta che ospitiamo in “Bubble’s” un servizio su sistemi tecnologici di lavorazione, stoccaggio e maturazione del vino, ma davanti al fascino di certi manufatti non potevamo esimerci dal prendere in considerazione l’artista che li produce. La storia di questa azienda comincia alla fine degli anni sessanta del secolo passato, quando Stefano, ancora adolescente, osservando il quotidiano lavoro del padre Luigi nell’officina di famiglia, scoprì la passione per tutto ciò che riguardava le cantine e il vino. Da curioso, cercava di carpirne i segreti e i bisogni di un mondo che stava rendendo la Valpolicella uno dei territori a maggior vocazione vinicola nazionale. Dopo alcune esperienze professionali Stefano rientrò nell’azienda paterna portando un vento d’innovazione che lo spinse, nel 1989, a mettersi in proprio con l’obiettivo di realizzare impianti tecnologici di alta qualità non solo per il comparto enologico, ma per i settori alimentare, oleario, chimico, cosmetico e farmaceutico. Osservando e ascoltando, comprese quanto la tecnologia fosse determinante nell’ottimizzazione dei processi produttivi in una cantina. Poter contribuire a risolverne i problemi divenne il principale obiettivo della sua azienda. Oggi, la Albrigi Tecnologie ha un intero settore dedicato al vino dove sono costruiti tank di acciaio inox classici ma anche altri dai nomi fantasiosi. Si spazia dalla classica forma a cilindro a quelli tronconici, dai parallelepipedi a quelli sferici. Dai Volvotank, che hanno al loro interno una pala termo condizionata ai Turbotank, dagli Enopallet ai follatori automatici funzionanti su binari fino ai Meccanotank con pala per l’estrazione delle vinacce, oltre a un’infinità di accessori.
Ogni strumento è studiato con l’idea di ottenere pulizia con il minor sforzo possibile. Una tecnologia che passa dall’assistenza progettuale della cantina alla verifica delle varie fasi procedurali di sistema fino agli accorgimenti antisismici. Ma quello che ci ha colpito sono le rifiniture e i dettagli che, alla fine, fanno la differenza, perché travalicano il tecnicismo e puntano ad arricchire l’aspetto architettonico e artistico di una cantina. Siamo entrati in migliaia di cantine ma in nessuna ci siamo trovati al cospetto di un progetto artistico, personalizzato e funzionale ai bisogni e ai gusti personali del committente. Immaginate la differenza che esiste nell’entrare in una cantina dove ad accogliervi trovate dei tank di acciaio anonimi o trovarsi al cospetto di una galleria d’arte, non composta da dipinti, ma da sculture di acciaio sollevate da terra o appese alle pareti come quadri che contengono vino.
Tank artistici, denominati Exclusive con acciai serigrafati dai colori accesi trattati prima della costruzione, capaci di rendere unico ogni singolo pezzo così come quelli con la finitura Diamond: una graffiatura sulle lamiere di acciaio che, con l’applicazione del colore, dà vita a un effetto senza uguali. Ma le sorprese non finiscono mai vistando l’azienda di Albrigi. Ci sono anche le finiture, definite Image, realizzate con una pellicola adesiva applicata all’esterno del serbatoio raffigurante immagini personali come i volti dei produttori o dei vari componenti dello staff oppure delle gigantografie fotografiche messe su un materiale plastico applicabile anche a vecchi serbatoi, ideale per chi ami dare, ogni dieci anni, un tocco di originalità alla propria cantina. Chi ama la bellezza non può che rimanere colpito da questi oggetti. Quando compriamo un quadro riteniamo che quella tela sia unica e la più vicina al nostro immaginario o al nostro stato d’animo, lo stesso processo decisionale lo usiamo per comprare una casa o per arredarla… allora perché un viticoltore non dovrebbe scegliere di dare valore artistico all’ambiente in cui opera per tanti mesi all’anno?
Il vino merita di maturare dentro l’arte. Potete comprendere come mai abbiamo considerato Stefano Albrigi non un industriale qualunque, ma un artista. Un vulcano di idee e di genialità che, oltre ad aver creato un’Academy, ha fondato Enofriends, un’associazione culturale che ha lo scopo di promuovere attività di studio, ricerca, divulgazione e organizzazione della conoscenza enologica. L’associazione si fa promotrice, tra l’altro, di incontri con imprenditori, enologi, tecnici ed esponenti del mondo scientifico, per favorire la condivisione di conoscenze in ambito enologico. Riesce a dar voce agli appassionati del sistema vino e fa della bellezza la colonna portante del suo lavoro, facendoci pensare a Leon Battista Alberti e a un noto passaggio del De re aedificatoria: “Siamo orgogliosi della casa dove abitiamo se è costruita con cura un po’ maggiore del consueto. Se tu costruirai con molta eleganza un muro o un porticato, se lo adornerai di porte, colonne e tetto, i migliori cittadini plaudiranno e si compiaceranno per te come per sé stessi, soprattutto perché avranno compreso che con tale frutto delle tue sostanze hai contribuito in modo cospicuo alla fama e allo splendore della tua famiglia, dei tuoi dipendenti e della città”.