La riforma europea delle indicazioni geografiche
Dibattito tra l’accademia italiana della vite e del vino ed i consorzi di tutela
Di Davide Gaeta
La proposta di Regolamento, in discussione a fine anno al Parlamento Europeo, relativo alle indicazioni geografiche dell’Unione Europea di vini e prodotti agricoli e di qualità è stata un’interessante occasione colta dall’Accademia Italiana della vite e del vino, in associazione con i principali Consorzi di tutela dei vini italiani e Piemonte Land. Il convegno – dibattito, tenuto ad Asti a settembre, ha voluto affrontare le possibili implicazioni di una riforma delle indicazioni geografiche (IG) che, come noto, identificano i prodotti con qualità, caratteristiche e notorietà derivanti da fattori naturali e umani legati al luogo di cui sono originari. Il sistema delle IG dell’Unione è valido, anche se il processo di valutazione ha mostrato margini di miglioramento allo scopo di rafforzare il sistema. Obiettivo della proposta è la crescita dei risultati economici, sociali e ambientali dei prodotti IG; incoraggia le associazioni di produttori a inserire su base volontaria nel disciplinare requisiti relativi a migliori risultati in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Conferire maggiori poteri e responsabilità ai produttori sul controllo dell’offerta, ridurre le nuove forme di violazione (Internet), migliorare l’efficacia dell’applicazione e dei controlli. Obiettivi più che legittimi che motivano la revisione delle IG per facilitarne l’adozione in tutta l’Unione quali strumenti di proprietà intellettuale (PI). Poiché il tema delle IG è particolarmente delicato in Europa, la riforma non prevede modifiche alla struttura fondamentale dei sistemi delle IG, preservando in tal modo il ruolo svolto dagli Stati membri. Per migliorare la qualità delle registrazioni e il trattamento delle domande, essa conferisce alla Commissione il potere di avvalersi dell’assistenza tecnica di un’Agenzia.
È stata effettuata una valutazione in materia di IG protette nell’Unione. La valutazione ha esaminato l’efficacia, la pertinenza, la coerenza e il valore aggiunto. Gli obiettivi in termini di IG sono stati raggiunti nel complesso in maniera efficace, ad esempio la garanzia di una remunerazione equa e di una concorrenza leale per i produttori. Tali vantaggi non sono tuttavia sistematici in tutti gli Stati membri. I principali limiti sono la scarsa conoscenza e comprensione da parte dei consumatori in alcuni Stati membri e alcune carenze dei controlli nelle fasi a valle della catena del valore. Il quadro in materia di IG è considerato efficiente. Le IG apportano diversi vantaggi ai produttori, mentre i costi per gli enti pubblici (a livello dell’Unione e nazionale) sono bassi, stimati allo 0,12 % del valore totale delle vendite. Vi è tuttavia un margine di manovra per semplificare e ridurre gli oneri amministrativi, in particolare per quanto riguarda la lunghezza delle procedure di registrazione. In conclusione, la proposta si basa su un controllo dell’adeguatezza della regolamentazione e sull’analisi del potenziale di semplificazione. Il regolamento semplifica l’amministrazione delle IG definendo un unico insieme di norme procedurali e di controllo per tutti i settori. In tal modo garantisce la coerenza e rende il sistema delle IG più facilmente comprensibile. Sarà davvero come auspica la Commissione Europea? Molti dubbi ed il rischio che la montagna partorisca un topolino.