La Vernaccia di San Giminiano, Regina Ribelle, presenta le sue nuove annate
Di Giovanna Moldenhauer
L’iconico bianco della storica cittadina toscana ha scelto di presentare le sue nuove annate raccontando al tempo stesso, alla stampa italiana ed estera intervenuta, agli operatori di settore, la sua denominazione e tutto il suo territorio a 360 gradi. Quest’anno il suo Consorzio non ha aderito, per la prima volta, alle Anteprime di Toscana toscane del mese di febbraio, scegliendo invece il mese di maggio momento in cui i vini sono al meglio della loro espressione e potenziale
La città conosciuta per le sue molte torri, di cui attualmente ne restano solo 14, ci ha accolto nel suo magnifico centro storico dove ha avuto luogo l’anteprima delle nuove annate della Regina bianca in una regione nota per i suoi grandi vini rossi, come si è autodefinita. Alla degustazione delle nuove annate della versione classica e riserva, esclusivamente di Vernaccia di San Gimignano DOCG, con 88 campioni, sono seguiti brevi press tour presso diverse aziende per approfondire le interpretazioni fatte dai produttori, di entrambe le tipologie, constatando di persona il potenziale di longevità. Gli assaggi di vini ottenuti da suoli ed esposizioni diverse sono stati sorprendenti per la loro tenuta nel tempo.
La storia, l’ottenimento della DOC e successivamente della DOCG
Vitigno autoctono tra i più antichi d’Italia, la Vernaccia di San Gimignano ha talmente legato le sue sorti a quella della città turrita, al punto da vederne sovrapposte la storia e la fortuna: dall’eccezionale successo internazionale del Medioevo e del Rinascimento al successivo, lungo periodo di declino, perdurato sino alla seconda metà del Novecento, in cui entrambe hanno saputo rinnovarsi e ripartire con slancio, riconquistando una nuova, meritata attenzione. Una figura determinante per il suo processo di rinascita è dovuta, negli anni ‘30 del ‘900 al dottor Carlo Fregola, Reggente della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Colle di Val d’Elsa. Questi, convintosi del potenziale enologico e della possibilità di reimpianto dell’antico vitigno, si dedica a un’opera di ricerca filare per filare, ritrovandolo nel 1931 in quasi tutte le zone del Comune di San Gimignano. Fregola esorta quindi i viticoltori della zona al recupero della Vernaccia, in quanto vitigno in grado di restituire un vino ‘veramente pregevole’. Negli anni ’60 si assiste all’abbandono della coltura promiscua, al reimpianto di nuovi vigneti specializzati, in netto anticipo rispetto ad altre zone della Toscana a alta vocazione vitivinicola. Nel 1966 è il primo vino italiano ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata, mentre nel 1972 nasce il Consorzio della Denominazione San Gimignano che da nuovo slancio alla produzione che cresce progressivamente in quantità e qualità. Nel 1993 arriva l’ottenimento della DOCG, il massimo riconoscimento della legislazione italiana vigente. Gli ultimi decenni sono contraddistinti da un’ulteriore e generalizzata crescita qualitativa, grazie soprattutto all’impegno da parte dei viticoltori di esaltazione delle caratteristiche peculiari della Vernaccia, con la consapevolezza ‘antica’ di interpretare una ‘nuova tradizione’. Il Consorzio ora ha come Presidente del Consorzio Irina Strozzi.
Qualche cenno sul disciplinare di produzione, sulle sue caratteristiche organolettiche
Il Disciplinare di produzione prevede quale area di produzione delle uve esclusivamente il territorio comunale di San Gimignano e che il vino sia prodotto in vigneti composti per almeno l’85% dal vitigno Vernaccia di San Gimignano, consentendo una presenza massima del 15% di altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione Toscana.
Con le migliori uve selezionate si ottiene la tipologia Riserva, per la quale è previsto un periodo di affinamento non inferiore a 11 mesi in cantina (in acciaio o legno a seconda delle scelte fatte in ogni cantina) ed un periodo di affinamento di almeno 3 mesi in bottiglia prima dell’immissione al consumo. La vinificazione delle uve e l’affinamento del vino devono avvenire all’interno dell’area di produzione.
Il vino Vernaccia di San Gimignano si presenta nel calice con un colore giallo paglierino con riflessi dorati che si accentuano con l’invecchiamento. Il profumo è fine, delicato con sentori fruttati e floreali in età giovanile. Con l’affinamento e l’invecchiamento sviluppa il caratteristico sentore minerale di pietra focaia. Al gusto è un vino asciutto, armonico, sapido. Pur gradevole da giovane, sorprende spesso per le capacità di invecchiamento evolvendo note, sia olfattive che degustative, complesse e minerali. Non a caso è uno dei pochissimi vini bianchi prodotti anche nella tipologia riserva.
Andamento stagionale e caratteristiche dell’annata 2023
Dal punto di vista climatico, l’annata 2023 è stata difficilissima. La frequenza e l’intensità delle piogge primaverili hanno, da subito, messo a rischio l’intera produzione del territorio di San Gimignano. In un’annata così complicata tuttavia la Vernaccia di San Gimignano ha mostrato, ancora una volta, la sua vocazione secolare e la capacità di adattarsi all’andamento climatico dell’areale di appartenenza. L’uva, in generale, si è presentata sana, con parametri di acidità e pH quasi perfetti. Nonostante il pessimo andamento stagionale, le rese sono risultate molto buone, con una qualità attesa molto buona, in linea con quella degli ultimi anni che hanno permesso di realizzare vini morbidi, rotondi, acidità non troppo elevate e buoni profumi.
In conclusione la Regina bianca ha comunicato dati positivi. Infatti parlando di numeri nel 2023 sono stati immessi sul mercato 3.592.700 litri, (contro i 3.475.300 litri nel 2022) di Vernaccia di San Gimignano, registrando il miglior risultato di tutte le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita di Toscana, e un incremento di oltre il 3% rispetto al 2022 di bottiglie immesse nel mercato.
Photo @ Consorzio Vernaccia di San Gimignano