Una bella realtà della cucina pugliese nel cuore di Roma ha compiuto un anno di attività. Se la cercate, si trova in via Giuseppe Gioacchino Belli, in zona Prati (a pochi passi dal Vaticano); lì potete degustare le orecchiette alla puttanesca preparate da uno Chef d’eccezione, ovvero Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi. Tanti clienti sono passati da qui, un po’ animati dalla curiosità, come il vicepremier Luigi di Maio che proprio qui ebbe modo di conoscere il suo attore preferito, «Ha dato un senso alla mia adolescenza», e anche tanti bambini che lo riconoscono come Nonno Libero essendo stato scelto per rappresentare tutti i nonni d’Italia nella ricorrenza del 2 ottobre, come ambasciatore Unicef prima e Unesco dopo. Banfi ironizza su quanto gli è successo negli ultimi anni asserendo che «Prima ero virile e ora sono virale tanto che sono stato invitato anche a Eataly per presentare le mie orecchiette “delichete”, “porca puttena” nei “belli freschi” da Oscar Farinetti perché il mio marchio “Bontà Banfi” rispetta tutta la filiera di qualità pugliese di cui sono ambasciatore nel mondo. In questo io ci metto la faccia e il cuore perché non potrei mai compromettere 60 anni di carriera televisiva e cinematografica senza rispettare il pubblico che mi segue, il mio è un marchio “smile food”: voglio che la gente sorrida quando mangia, perché è un bellissimo momento di convivialità.
Ho voluto portare la mia Puglia nel mio ristorante l’Orecchietteria dove degustare le mozzarelle di Andria, l’olio di Bitonto, il capocollo di Gravina, il sale di Margherita di Savoia e altri prodotti tipicamente pugliesi, sia a pranzo come fast food, che a cena con la formula “calm calm calm”. Una volta si facevano le bische clandestine, si giravano i tavoli quando si aveva paura di essere scoperti, il mio locale è esattamente così» aggiunge Banfi, orgoglioso di festeggiare questo nuovo traguardo insieme ai figli Walter e Rosangela e alla moglie con cui è sposato da ben 56 anni più 10 di fidanzamento. “Ricordo il giorno delle nostre nozze che durò 10 minuti, non avevamo un centesimo per festeggiare, e il prete mi disse messa alle 6 del mattino: facciamo presto perché dopo devo celebrare un altro matrimonio. Così le promisi che un giorno avrei organizzato un grande pranzo e una bella festa: oggi, alla tenera età di 82 anni, credo di esserci riuscito».