Lvnae e la sua nuova cantina

di Giovanna Moldenhauer 

 

Nel mese di giugno 2023 è stata presentata alla stampa la nuova cantina Lvnae. Il personaggio che ha dato la svolta è senza dubbio stato Paolo che ha dato l’effettiva svolta alla sua storia e a quella della zona viticola Colli di Luni. Dopo una breve introduzione storica, per capire quando tutto ha avuto inizio per la famiglia Bosoni, trovate una presentazione del progetto, per concludere con un brindisi con Cuvée Lvnae

Paolo Bosoni decise di mettere a frutto la proprietà di 5 ettari del padre coltivati allora a Trebbiano e Sangiovese, scoprendo alla fine degli anni ’60 la varietà Vermentino, impiantandola. Ci racconta “Appena finito il militare, decisi di prendere in mano i vigneti di mio padre Oriente, pochi ettari in collina rivolti a sud, iniziando così a vinificare i vitigni della tradizione e, a differenza del passato, decisi di produrre tra l’altro il Vermentino in purezza, mettendo in bottiglia come prima annata il 1977”. La famiglia Bosoni ha implementato gli ettari e acquisito i vigneti poco alla volta, nel corso degli anni, sino a contare oggi conta 65 ettari di proprietà, scelti con cura uno a uno, per la loro personalità

Nel 2010 è iniziata a prendere forma l’idea della nuova cantina che come obiettivo aveva creare un luogo in cui poter elevare ulteriormente il profilo qualitativo dei vini di Lvnae. La famiglia Bosoni ha affidato il progetto al designer Andrea Del Sere e agli architetti di AT Studio e, dopo una lunga fase progettuale, nel 2015 sono iniziati i lavori. La nuova cantina, operativa dal 2019, si trova nella piana alluvionale nel comune di Luni, compresa fra la costa del mar ligure, gli scavi dell’anfiteatro romano di luni e le pendici collinari degli antichi borghi di Ortonovo, Nicola e Castelnuovo Magra. È posta al centro di alcuni vigneti di proprietà, fra gli appezzamenti vitati coltivati nella piana in prossimità del mare e le parcelle vitate collinari e pedemontane che la coronano a monte.

Diego che conduce la cantina ci spiega “Il nostro lavoro in cantina è di preservare le qualità e i caratteri dei singoli vitigni e delle differenti zone di produzione attraverso vinificazioni attente e rispettose. Allo stesso modo, il periodo e il modo di affinamento dei differenti vini in cantina sono calibrati e finalizzati ad elevarne ulteriormente il profilo qualitativo con l’intento di preservarne freschezza, armonia, e identità in ogni singola etichetta. Le scelte di progettazione delle linee tecniche della nuova cantina sono state orientate in questa direzione: ottenere spazi idonei, con flussi operativi organici, in grado di accogliere tecnologie contemporanee e pratiche enologiche tradizionali. Un’area di ricezione uve in grado di poter avviare alla fermentazione le differenti tipologie di raccolto provenienti dalle differenti zone di produzione, preservando l’integrità dei grappoli e operando un’attenta selezione degli acini. La zona principale di vinificazione è costituita da vasche in acciaio a temperatura controllata, dove fermentano in maniera attenta e rispettosa i mosti ottenuti dai differenti vitigni e dalle differenti zone di produzione”. Proseguendo poi “Abbiamo realizzato ambienti specifici dedicati all’affinamento in vetro e legno. La bottaia si compone di botti grandi di rovere da 20 e 30 hl, e barrique in funzione delle differenti caratteristiche dei vitigni e dei relativi vini. Lo stretto rapporto tra rispetto delle proprie radici e sensibilità contemporanea che da sempre contraddistingue il percorso di Lunae, ci ha spinto inoltre verso la ricerca di vinificazioni tradizionali che prevedono lunghe macerazioni sulle bucce senza l’utilizzo di tecnologie, fermentazioni spontanee, rifermentazioni in bottiglia, introducendo l’utilizzo di anfore in ceramica per la fermentazione e l’affinamento. La nuova cantina è stata progettata con l’intento di avere spazi idonei per la ricerca e l’esplorazione di nuovi progetti enologici come la realizzazione di uno spumante Metodo Classico ottenuto dall’attenta vinificazione di due vitigni autoctoni (Albarola e Vermentino), che riposa sui propri lieviti almeno trenta mesi in un’apposita sala a temperatura controllata”.

 

La Cuvée Lvnae, con i due vitigni sopra indicati al 50%, deriva da un’accurata selezione delle uve dei vigneti collocati tra le colline di Castelnuovo Magra e il Mar Ligure. Dopo la pressatura soffice in assenza di ossigeno, il mosto ottenuto fermenta in vasche di acciaio a temperatura controllata. I vini restano in affinamento sulle fecce fini per circa 8 mesi. L’Albarola contribuisce apportando acidità e sapidità, il Vermentino invece caratterizza il blend con il proprio apporto aromatico e l’impronta territoriale. Infine le bottiglie restano a riposo per circa 26 mesi prima della sboccatura. Nel calice si presenta giallo paglierino, bollicine fini, con un naso ampio delineato dai profumi della macchia mediterranea e dalla frutta estiva a pasta bianca, poi pepe bianco, pietra focaia e leggero sfondo di brioches. Al palato si sviluppa ricco dalla piacevole nota minerale e dall’acidità che bilanciano la cremosità della bolla, con un lungo finale di note fruttate. Prosit

 

Coltivare il futuro

Coltivare vigneti significa saper ascoltare i ritmi della natura, e avere ben chiaro il valore del tempo. Costruire una nuova cantina, una nuova casa al nostro progetto imprenditoriale, alla nostra famiglia e alla nostra comunità contadina, ha richiesto la stessa attenzione, lo stesso significato.

La volontà di guardare avanti, seguendo i nostri valori e le nostre visioni traendo ispirazione da quello che ci insegna il lavoro, e il dialogo con la natura: piantare una vite sapendo che solo dopo vari anni si riusciranno ad ottenere i veri frutti.

Coltivare fiducia verso il futuro.

Questo impulso, questa convinzione, ha guidato il percorso nella realizzazione della nuova cantina. Costruire un complesso produttivo che ci rappresentasse, con una attenta relazione all’estetica e alla qualità del lavoro dell’azienda e degli uomini che vi operano.

Avere progetti oltre il proprio tempo presente, frequentando la memoria e coltivando il futuro, credo siano valori a cui dobbiamo riavvicinarci. In un’epoca in cui si è spinti a lavorare per risolvere il contingente quotidiano, è urgente mantenere viva la sensibilità, la curiosità, l’interesse per linguaggi visivi contemporanei che possono affrontare il tempo. Creare nuovi percorsi associativi nel rapporto degli archetipi: uomo, casa, natura.

Diego Bosoni

 

LA NASCITA DEL PROGETTO.

Il senso della commitenza

Nel 2010 è iniziata a prendere forma l’idea della nuova cantina che come obiettivo aveva creare un luogo in cui poter elevare ulteriormente il profilo qualitativo dei vini di Lvnae.

La famiglia Bosoni affida il progetto al designer Andrea Del Sere e agli architetti di AT Studio e, dopo una lunga fase progettuale, nel 2015 iniziano i lavori.

La nuova cantina, operativa dal 2019, si inaugura ufficialmente a giugno del 2023.

”Il progetto della nuova cantina Lvnae prende avvio nel segno della tradizione italiana del design: nell’incontro e nella dialettica tra designer ed imprenditore.

Un rapporto in cui entrambe le figure contribuiscono in ogni fase progettuale, condividendo professionalità, sensibilità, fiducia e punti di vista comuni.

Un buon progetto richiede l’alleanza appassionata di due persone: un rappresentante dell’utopia, il progettista e un rappresentante del mondo reale, l’imprenditore. L’utopia è un cammino etico, è un luogo che non esiste; non è un sogno individuale, ma un modello, un filo di Arianna utile nel labirinto delle contraddizioni e dei compromessi di questo mondo, e passo dopo passo… l’utopia può farsi concreta. La progettazione e la realizzazione della nuova cantina è stata così considerata: come un organismo in continua evoluzione, passo dopo passo”.

Paolo e Diego Bosoni viticoltori, Andrea Del Sere designer.

 

LA CANTINA

nelle parole di Diego Bosoni

 

Il Luogo

La nuova Cantina Lvnae è situata nella piana alluvionale nel comune di Luni, compresa fra la costa del mar ligure, gli scavi dell’anfiteatro romano di luni e le pendici collinari degli antichi borghi di Ortonovo, Nicola e Castelnuovo Magra dove si incontrano le ultime propaggini delle alpi apuane.

La cantina è posta al centro di alcuni vigneti di proprietà, fra gli appezzamenti vitati coltivati nella piana in prossimità del mare e le parcelle vitate collinari e pedemontane che la coronano a monte. La sua posizione forma un ipotetico triangolo sul territorio con altre due imprese della famiglia Bosoni: Ca’ Lvnae centro per la valorizzazione e la cultura del vino e l’antica liquoreria Ligure Essentiae.

Un’architettura ad hoc per i nostri vini

Il nostro lavoro in cantina è di preservare le qualità e i caratteri dei singoli vitigni e delle differenti zone di produzione attraverso vinificazioni attente e rispettose.

Allo stesso modo, il periodo e il modo di affinamento dei differenti vini in cantina sono calibrati e finalizzati ad elevarne ulteriormente il profilo qualitativo con l’intento di preservarne freschezza, armonia, e identità in ogni singola etichetta.

Le scelte di progettazione delle linee tecniche della nuova cantina sono state orientate in questa direzione: ottenere spazi idonei, con flussi operativi organici, in grado di accogliere tecnologie contemporanee e pratiche enologiche tradizionali.

Un’area di ricezione uve in grado di poter avviare alla fermentazione le differenti tipologie di raccolto provenienti dalle differenti zone di produzione, preservando l’integrità dei grappoli e operando un’attenta selezione degli acini.

La zona principale di vinificazione è costituita da vasche in acciaio a temperatura controllata, dove fermentano in maniera attenta e rispettosa i mosti ottenuti dai differenti vitigni e dalle differenti zone di produzione.

Abbiamo realizzato ambienti specifici dedicati all’affinamento in vetro e legno. La bottaia si compone di botti grandi di rovere da 20 e 30 hl, e barrique in funzione delle differenti caratteristiche dei vitigni e dei relativi vini.

Lo stretto rapporto tra rispetto delle proprie radici e sensibilità contemporanea che da sempre contraddistingue il percorso di Lunae, ci ha spinto inoltre verso la ricerca di vinificazioni tradizionali che prevedono lunghe macerazioni sulle bucce senza l’utilizzo di tecnologie, fermentazioni spontanee, rifermentazioni in bottiglia, introducendo l’utilizzo di anfore in ceramica per la fermentazione e l’affinamento.

La nuova cantina è stata progettata con l’intento di avere spazi idonei per la ricerca e l’esplorazione di nuovi progetti enologici come la realizzazione di uno spumante metodo classico ottenuto dall’attenta vinificazione di due vitigni autoctoni (Albarola e Vermentino), che riposa sui propri lieviti almeno trenta mesi in un’apposita sala a temperatura controllata.

 

MODUS OPERANDI

nelle parole del designer Andrea Del Sere 

La nuova Cantina Lvnae: un piano urbanistico

Siamo partiti dall’individuazione e dall’analisi del luogo di costruzione del nuovo complesso, area già interessata in parte dalla cantina preesistente, dalla natura circostante, dagli edifici in essere, modificando, ampliando, realizzando nuovi spazi e strutture, ricercando un dialogo armonico tra vecchio e nuovo. Abbiamo considerato la nascita del nuovo complesso come un “piccolo progetto urbanistico” che si ponesse come obiettivo il miglioramento della qualità della vita di chi abita il luogo. Operando in prima istanza sugli spazi di connessione tra le architetture, definendo progressivamente le regole entro cui si muovessero i futuri interventi architettonici, evitando che lo spazio si sviluppasse secondo un alternarsi di edifici individuali ed autoreferenziali e spazi di risulta. Non esistono spazi di risulta, esiste un progetto consapevole del palcoscenico della vita sociale finalizzato all’armonia, alla bellezza, alle relazioni e al comfort.  Un insediamento è buono quando rafforza il senso di continuità di una cultura, aumenta il senso di appartenenza nel tempo e nello spazio e permette o stimola la crescita individuale e del gruppo.

Un tavolo di lavoro condiviso

Il team di lavoro è stato concepito come un tavolo di confronto e condivisione in cui raccogliere e valutare ogni proposta.

La famiglia Bosoni si è avvalsa per la progettazione e presentazione degli elaborati esecutivi della professionalità di uno studio di architettura AT STUDIO e di ingegneri specializzati nelle diverse competenze. Il coordinamento del cantiere e la sicurezza del lavoro sono stati affidati all’esperienza dello studio tecnico del Geometra Paolo Casani.

Per la realizzazione dell’opera sono state coinvolte imprese e ditte specializzate possibilmente del luogo e ancora maestranze e artigiani, chiamati, con il loro sapere e la loro conoscenza, a specifici interventi.

Non ultimi, gli uomini di cantina, con le loro osservazioni e i loro consigli, hanno contribuito alla realizzazione del progetto, per riuscire ad ottenere una migliore qualità del lavoro interno nelle diverse fasi e cicli produttivi.

“Tutt’altro che perfetto”

Il cantiere è stato chiuso, considerando un’ottica temporale a lungo termine che lo spazio generato possa essere in grado di cambiare, di accrescersi e di evolversi con esigenze future. Abbiamo considerato la nuova cantina come un’opera d’arte, e come tale sempre suscettibile di cambiamenti. Abbiamo “flirtato” con l’arte senza dimenticare la tecnica, coniugando l’artigianalità alla sfera intellettuale attraverso i dettagli che compongono il progetto, la ricerca dei diversi materiali strutturali e di finitura, siano essi stati forniti da produzioni industriali o realizzati sul luogo da artigiani specializzati. Abbiamo pensato per simboli significanti, funzioni fatte forma, scrigni di segni, contenitori filosofici che potessero comunicare arte, coscienza e conoscenza. Equilibri visivi tra linee, volumi, materie e colori, un ritmo che è rapporto armonico, che è vibrazione.

 

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

nelle parole del designer Andrea Del Sere

L’esterno: il paesaggio che diventa racconto

Il linguaggio visivo che si offre all’ospite è affidato al paesaggio e alla natura.

La visione esterna della nuova cantina è priva di volumi architettonici evidenti, si presenta come un totemico spalto verde, un unico piano inclinato lungo tutta l’estensione della nuova cantina, specchio dei terrazzamenti e dei pendii delle Apuane, quinte naturali limitrofe alla cantina. Le volumetrie parziali degli edifici che si scorgono al di sopra dello spalto sono segni linee orizzontali e piani, la cui percezione è quella astratta di superfici materiche.

Lo stesso avvicinamento alla cantina (ingresso visitatori) obbliga ad un percorso a piedi, un approccio intimo, attraverso il vigneto composto dai principali vitigni autoctoni dei Colli di Luni. Un percorso tra vigneti, verde progettato, sassi come memoria dei muri a secco tradizionali. Il passaggio aperto sullo spalto verde verso l’interno della nuova cantina, è l’accesso a un giardino, un “horto concluso” compreso tra mura in pietra, ognuna tagliata e sagomata dallo scalpello e martello di un maestro artigiano.

L’interno: l’uomo, il suo benessere al centro della progettazione interna degli spazi.

Funzionalità ed estetica, spazi lavorativi e design, ambiente e qualità del lavoro.

Filosoficamente abbiamo cercato che la parola “utile” non diventasse la linea di confine che separa l’universo artistico dal mondo concreto.

Disegni su fogli e taccuini condivisi con ogni artigiano, cercando con ogni fornitore la migliore soluzione realizzativa. Abbiamo coinvolto creativamente le maestranze

locali chiamate ad interpretare e realizzare ogni progetto, dall’edificazione, al complemento d’arredo, studiando e modificando all’occorrenza i disegni in corso d‘opera.  Sono stati creati ambienti dedicati e contigui nella loro percezione: ogni spazio è presagio del prossimo, ognuno come una tessera di un “puzzle”, ognuno con la sua forma definita a contribuire al disegno complessivo.

Abbiamo creato percorsi con visioni organiche che si disvelano di volta in volta, creando relazioni visive privilegiate all’interno della visione d’insieme. Abbiamo cercato l’unicità in ogni elemento compositivo, l’originalità, l’approccio creativo in ogni dettaglio e in ogni particolare costitutivo.

Nella progettazione abbiamo ridotto le distanze fra ambienti di rappresentanza e spazi lavorativi, nobilitando questi ultimi, consci che la bellezza è qualità, l’estetica è etica che influisce in maniera diretta al benessere di chi opera in cantina.

 

Materiali e colori

Il circolo mimetico e metaforico tra uomo e natura si rinnova nei materiali adottati per la costruzione e le finiture architettoniche della nuova cantina: unire la “naturalità” organica degli elementi dell’universo biologico e “l’artificialità” tecnologica a riprodurli, siano materiali prodotti da ditte tecniche specializzate o realizzati direttamente sul luogo.

Comun denominatore è stata la ricerca naturalistica delle superfici, delle texture, dei colori e la loro mimesi biomorfa. La guida colori utilizzata è una “palette” che appartiene alla gamma delle terre pietre nelle parti in superficie, e agli ossidi e minerali di profondità, per le parti ipogee.

Gli edifici principali di nuova realizzazione sono forme pure nei loro volumi. Parallelepipedi che dialogano e si intersecano, costituiti da pannelli in cemento colorato in pasta color terra arsa, con una texture originale in pietra a spacco. Le superfici perimetrali, le strutture preesistenti, sono state interessate da materiali naturali o texture originali frutto di tecniche artigianali. Il legno per i sottotetti e le coperture aeree, la pietra spaccata e lavorata, il sasso lavato, superfici acidate e ferro corten usato sia strutturalmente che per finiture e complementi scultorei, sono i materiali che caratterizzano i diversi ambienti e si relazionano in una visione organica d’insieme.

 

I volumi, le attività, lo spazio di lavoro progettato

La nuova Cantina Lvnae, è situata nella piana alluvionale dei colli di luni, motivo principale della realizzazione di un solo livello ipogeo. Gli edifici e le aree interessate alle diverse funzioni specifiche della nuova cantina si muovono su due piani in relazione tra loro: superfice e sottosuolo.

In superficie il progetto comprende 6 edifici di cui 4 volumi costruiti ex novo e 2 volumi dell’unità produttiva preesistente. L’estensione della nuova costruzione è di circa 3000 mq tra la parte in superficie e quella ipogea

Gli edifici in superficie si affacciano e abbracciano una piazza centrale, al centro della quale si origina un volume fulcro delle attività e della viabilità interna. Le attività in contiguità ospitate nel perimetro interno si articolano, nella cantina, imbottigliamento, magazzino di superfice e uffici. Il perimetro esterno è interessato da vigneti, ricezione uve, area accoglienza, servizi ed aree lavorative accessorie

La Parte interrata accoglie la bottaia, il magazzino interrato, il laboratorio, l’area di affinamento in bottiglia, sale per l’accoglienza e degustazione.

La struttura in superficie e la parte interrata, oltre a rampe e scale ad uso interno lavorativo, sono collegate da un profondo tunnel inclinato che permette al visitatore di immergersi dalla natura e dalle aree lavorative di superfice, ad una natura ipogea, ed alle attività lavorative e di conservazione qui svolte.

 

Scelte strutturali e sostenibilità

Per la nuova Cantina sono state adottate strutture in cemento prefabbricato con tetto in legno lamellare, e tamponamento in pannelli di cemento ad alto coefficiente termico per gli edifici principali. Un impianto fotovoltaico da 110 kw/h è istallato in copertura, un impianto geotermico con sonde orizzontali nel piano interrato, un manto verde ricopre il fronte della nuova cantina e, infine, vasche recuperano dell’acqua piovana.

 

Ogni singolo ambiente è una esperienza unica

Ogni spazio lavorativo di sosta o transito è frutto di una specifica progettazione e di propri complementi d’ambiente: superfici condotte come opere d’arte,

istallazioni, luci, complementi d’arredo, elementi architettonici interni. Ogni intervento è stato progettato “on specific” per i singoli spazi, ogni elemento è stato realizzato come unicum per le singole aree che compongono il centro.

Andrea Del Sere