La passione per la cucina
Ha spinto Francesco Sciacca a diventare uno Chef, aprire il suo ristorante a Milano nella zona centrale Brera. Dopo avere frequentato il corso professionale del Gambero Rosso a Roma, dove si è classificato primo su trentasei partecipanti, una gavetta in svariati ristoranti tra cui uno con lo Chef Bartolini quando era all’Hotel Devero a Cavenago. L’amore per la cucina, derivante dalle tre radici – milanesiculopugliesi – il ricordo delle orecchiette con le braciole della nonna, i cannoli e la pasta con le sarde che lo portava a mangiare il padre, l’amore per la convivialità l’hanno spinto ad aprire Santa Virginia.
L’origine del nome
Deriva dalla sorella Virginia, socia del Ristorante, chiamata in famiglia Santa, ma chi la conosce sa che è anche e soprattutto un diavoletto.
Da qui un’aureola sulla a di Santa e connotati mefistofelici alla g di Virginia. Di fatto ha ispirato estetica e tendenze col suo stile inconfondibile e Francesco ne ha ricreato l’allure nei piatti ispirati dallo stile mediterraneo, prettamente italiano, ma aperto alle sperimentazioni:
lì le cotture a bassa temperatura e sottovuoto si uniscono a una ricerca approfondita della qualità, al rispetto della materia prima e, quindi, della stagionalità.
Il menu e la carta vini
Il primo è composto, oltre agli antipasti e primi piatti, da secondi di carne e pesce, non tralasciando delle proposte vegetariane, si rinnova tutti i mesi seguendo la fantasia e l’ispirazione del momento, con uno o due piatti del giorno che completano l’offerta.
Non mancano poi diverse golose proposte per i dolci di Santa Virginia. La carta dei vini è studiata per abbinarsi perfettamente alle proposte della cucina e, pur non essendo un’enoteca, cerca di avere una proposta che sappia soddisfare il palato di ciascuno, essendo al tempo stesso a un ricarico contenuto sulle differenti tipologie di etichette.
Dotte citazioni sul cibo in generale
A Santa Virginia lo chef, cultore del buon cibo, cita da: Jean Anthelme Brillat-Savarin, gastronomo francese, asseriva che “Gli animali si nutrono, l’uomo mangia, e solo l’uomo intelligente sa mangiare”, un po’ lo stesso messaggio di Confucio quando afferma che “Non c’è uomo che non possa bere o mangiare, ma solo in pochi sono in grado di capire cosa abbia sapore”.Senza dimenticare, infine, che secondo Rabelais “La fame vien mangiando, la sete passa bevendo”, mentre il suo connazionale Baudelaire riteneva che, come è noto, “Chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere”.
Cotolettine di vitello Santamisù
www.ristorantesantavirginia.it
Credit: : ph@santavirginia