Oltrenero e le sue interpretazioni di Metodo Classico in Oltrepò

Di Giovanna Moldenhauer

Oltrenero, realtà vitivinicola sita a Zenevredo piccolo comune della provincia pavese, fa parte del territorio in cui, alla fine dell’800 ebbe inizio la produzione spumantistica italiana grazie alle uve Pinot Nero, vitigno d’eccellenza particolarmente adatto a essere ivi coltivato per essere poi vinificato in bianco, dando poi origine a nobili spumanti Metodo Classico. Una visita in loco è stata l’occasione per visitare la cantina e degustare in particolare tre suoi Metodo Classico, tra cui uno interamente prodotto da Pinot Meunier.

La Famiglia Zonin, dopo avere acquisito la proprietà nel 1987, avendo compreso il valore di questo territorio ha espanso la superfice vitata dai 30 ettari iniziali ai 104 attuali, di cui 84 vitati. Il re indiscusso della tenuta e vitigno principe dell’Oltrepò è il Pinot Nero, che qui, da oltre due secoli, esprime tutta la sua classe e personalità. Infatti attualmente circa il 75% di questa varietà coltivata in Italia è localizzato nell’Oltrepò.

Le vigne di Oltrenero giacciono tutte su morbide colline modellate migliaia di anni fa dall’azione delle morene glaciali che hanno depositato uno strato di argilla ricco di sali minerali, rendendolo terreno vocato alla coltura della vite, in cui l’età media delle viti è di 15 anni. Al nostro arrivo in tenuta ci ha accolto il direttore Paolo Tealdi, entrato nel team dal 2021. Da subito si è impegnato a implementare inerbimenti polifunzionali (ovvero essenze migliorative per la fertilità del suolo, oltre a mellifere, volte a favorire api e insetti importanti per garantire la biodiversità, arrivando ad autoprodurre le sementi necessarie per la pratica del sovescio tra i filari), ottimizzare la gestione delle aree boschive per favorire la protezione delle specie florovivaistiche. Inoltre ha ridotto la Carbon Foot Print con l’ottimizzazione strategica nell’utilizzo di macchinari durante i trattamenti fitosanitari, con la riorganizzazione delle tecnologie della tenuta. Abbiamo anche appreso che la tenuta pratica il riutilizzo delle acque, indice ulteriore di effettiva sostenibilità ambientale. La grande cura dei vigneti, in cui il controllo delle fitopatie è condotto anche qui secondo criteri ecosostenibili, è finalizzata all’ottenimento della perfetta sanità delle uve e a ricreare quelle condizioni particolari che da sempre permettono di ottenere un vino di grande qualità. Tutte le fasi della coltivazione della vite sono seguite attentamente dall’agronomo Raul Brugnera, completata poi dai processi di vinificazione in cantina dell’enologo Cristiano Trambusto. Dopo un passaggio nella cantina dove i Metodo Classico affinano, un tour in vigna, siamo andati alla villa padronale dove abbiamo trovato, ad abbellire gli ambienti, diversi vasi e iconici oggetti realizzati da Venini, nota vetreria di Murano.

Segue la presentazione e la degustazione di tre Metodo Classico degustati in Tenuta.

 

Brut Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico – Da solo Pinot Nero fa la seconda fermentazione e l’affinamento sui lieviti in bottiglia per almeno 30 mesi, seguiti da altri 2 dopo la sboccatura. Dopo un giallo paglierino, il naso ha profumi ampi dalla crosta di pane a note fruttate tra cui i piccoli frutti rossi di ribes e lampone, poi ha un richiamo agli agrumi, seguito da percezioni floreali di glicine e sambuco. All’assaggio ha struttura, è fresco e con ottima sapidità, con sensazioni sul finale che riprendono il bouquet percepito al naso.

Voto 88/100

 

Brut Nature Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico 2017 – Da solo Pinot Nero e viti di oltre 30 anni, ha un affinamento sui lieviti in bottiglia per circa 48 mesi, seguiti da altri 3 in bottiglia dopo la sboccatura. Dopo un giallo paglierino, con lievi riflessi dorati, ha profumi ampi e complessi dalla crosta di pane a note floreali di rosa e acacia, poi ha sentori fruttati di piccoli frutti rossi, tra cui ribes e lampone, un piacevole richiamo agli agrumi e un lieve sentore dolce di pasticceria. All’ingresso in bocca è ricco, avvolgente, con una viva sapidità e freschezza. Il finale è persistente con un retrogusto lievemente ammandorlato e una nota piacevolmente agrumata.

Voto 87/100

 

Cuvée EMME Brut VSQ 2018 – Da solo Pinot Meunier, viti di oltre 25 anni, ottenute da un vigneto di 2 ettari, ha la seconda fermentazione in bottiglia e la permanenza sui lieviti per 24 mesi, per poi affinare per circa altri 3 mesi in bottiglia dopo la sboccatura. Esordisce nel calice con un giallo paglierino, tenuemente ramato. Il naso è improntato alla frutta gialla dall’albicocca alla susina gialla, a cui segue la mandorla dolce. In bocca ha un sorso fresco, elegante, intrigante, con una buona persistenza dalle note di pasticceria che vira leggermente sul marzapane.

Voto 85/100