Raluca Butnaru: nell’ordinario cerco la poesia della vita

di Paolo Codeluppi

 

Sono nata in Romania nel 1977, vivo in Italia dal 1996, fotografo da una decina d’anni.

Per me la fotografia è passione, la macchina fotografica la mia Olivetti Lettera 32 e le fotografie sono le mie parole. Mi esprimo attraverso le immagini in bianco e nero perché i chiari e gli scuri hanno toni malinconici e poetici che riscaldano il mio cuore. Con un occhio attento ai dettagli cerco di catturare quei momenti nascosti di bellezza che la routine quotidiana mi regala scoprendo un modo diverso di guardare il mondo. È così che nell’ordinario cerco la poesia della vita, celebrando la sua bellezza provo a fermare il tempo, facendolo diventare memoria, curiosità e gratitudine per concedermi la possibilità di godere di tutto ciò che mi circonda.

Nelle mie immagini spesso emerge la malinconia e la solitudine. I soggetti solitari catturano la mia attenzione, invitandomi a riflettere sui loro mondi interiori, sull’essenza e la vulnerabilità delle loro esistenze. Spesso mi domando per quale motivo la loro storia, qualsiasi essa sia, abbia incrociato la mia e li abbia portati davanti al mio obiettivo facendoli divenire i protagonisti assoluti di quell’attimo eterno in cui li ho immortalati a loro insaputa. Non ho risposte a questa domanda, sta di fatto che cerco sempre di catturare la bellezza nascosta della loro solitudine, andando oltre le apparenze e la fugace attenzione che inizialmente avevo riposto in loro. Anche la geometria delle linee, le ombre, il controluce di quei paesaggi urbani che circondano i miei attori diventano parte integrante della sceneggiatura di qual palcoscenico immaginario in cui li trovati. Le linee e le forme geometriche delle città, presenti nei palazzi, nei portici, nelle strade o nelle metropolitane, creano un contrasto drammatico con la natura organica e irregolare della luce e delle ombre che circondano quegli attori, creando un’atmosfera surreale che si distacca dalla realtà e mi invita a entrare in un mondo parallelo bellissimo dal quale mi distacco difficilmente. 

 

Paolo Codeluppi

CREATIVE DIRECTOR

Ho conosciuto Raluca una dozzina di anni fa. Non ricordo l’occasione precisa ma aveva al collo sempre una macchina fotografica. Era interessante e al tempo stesso buffo perché sembrava che facesse per mestiere la turista sempre pronta a immortalare ogni frammento del proprio percorso, un passo dopo l’altro, un giorno dopo l’altro. Abbiamo collaborato su qualche lavoro, ma fin dalla prima volta che vidi i suoi scatti, quelli veri, quelli che nascono dal cuore e attraversano l’anima, rimasi colpito dal suo modo originale e molto personale di vedere le cose.

Conoscendola oggi e guardando li suoi lavori capisco che la macchina fotografica è il mezzo che gli permette di essere padrona del proprio sentire. Guardare le immagini di Raluca con occhio critico vuol dire andare oltre il mero contrasto e tecnicismo solo così è possibile leggere ciò che in un’opera è scritto.