La selezione e diffusione dei portainnesti “americani”, sul finire dell’ottocento, è stata la strada individuata per salvare i vigneti europei dalla malattia che li stava decimando: la fillossera. E se in quel modo venne avviata quella che in seguito prese il nome di “viticoltura moderna”, a profilarsi da qualche anno è una ricerca sviluppata in ambito italiano e, forse, destinata ad aprire la strada questa volta alla “viticoltura post-moderna”. al centro dell’attenzione tornano così ad essere i portainnesti che, dopo oltre 100 anni dagli ultimi lavori scientifici sul tema, tornano al centro di una ricerca attivata dall’Università di Milano i cui risultati aprono alla viticoltura frontiere di sviluppo fino a ieri inaspettate.